Articoli di Giovanni Papini

1955


in "Schegge":
Ritorno a San Miniato
Pubblicato in: Il nuovo Corriere della Sera, anno LXXX, fasc. 294, p. 3
Data: 11 dicembre 1955


pag. 3




   Dopo una settimana di nebbie e di piogge una giornata serena piena di sole e di vento. Salgo con Giacinta a San Miniato. Lontano, a Montesenario e a Vallombrosa, c'è già un po' di neve. Gli alberi son gialli, le foglie paion sonaglio di luce d'oro, gli olivi son freschi e vegeti e fanno sporgere i loro frutti funebri sui graffiti dei muri padronali. Qualche patita rosa di tutti i mesi, penzolante e gocciolante si affaccia tra le lance verniciate che difendono i giardini e par che voglia farmi credere al ritorno imminente di una recidiva primavera.
   Su, nella facciata della chiesa, il Cristo autoritario in campo d'oro benedice i coperchi bianchi dei morti e i coperchi rossoscuri dei vivi, le scale di pietra timida e le montagne lontane, appena visibili, che forse vedono il mare.
   Vengo in questi luoghi da sessant'anni almeno eppur mi commuovono sempre e mi consolano. Queste soavi colline tutte mie nel ricordo e nella poesia sono tra le pochissime cose che mi fanno dimenticare l'infame imbruttimento quotidiano della mia città.


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